Sincronizzazione corticale e interazioni sociali
Nonostante l’interazione sociale sia un elemento essenziale per la sopravvivenza dei primati (umani compresi), le sue basi neurofisiologiche non sono ancora ben comprese. Un gruppo di studiosi della Duke University di Dhuram, coordinato da Miguel Nicolelis, ha recentemente cercato di indagare i correlati elettrofisiologici dell’interazione sociale tra scimmie in un esperimento pubblicato sulla rivista Scientific Reports.
Lo studio è stato portato avanti su tre macachi rhesus, a turno divisi in coppie per lo svolgimento di un compito. Nello specifico, una scimmia (passeggero) veniva trasportata per mezzo di una sedia a rotelle robotica, guidata tramite un computer, diretta verso un distributore di alimenti. L’altra scimmia (osservatore) si limitava a rimanere ferma ed osservare la scena, al termine della quale entrambi gli animali venivano ricompensati con del cibo. Le scimmie si alternavano nel ruolo di passeggero e osservatore. Per tutta la durata della sequenza, veniva registrata l’attività cerebrale di entrambi gli animali
I risultati dell’esperimento mostrano come i neuroni della corteccia motoria di “passeggero” e “osservatore” esibivano degli episodi di sincronizzazione transitoria. Inoltre, sono stati individuati alcuni fattori che influivano sulla sincronizzazione dell’attività neurale dei due animali: la distanza tra le scimmie; la distanza tra il cibo e la sedia a rotelle; la velocità di movimento della sedia. Altri fattori non controllati nello studio potrebbero aver avuto una specifica influenza.
Secondo gli autori, tale fenomeno di sincronizzazione tra i cervelli potrebbe rappresentare uno dei correlati neurali delle interazioni sociali e, conseguentemente, nei fenomeni di apprendimento sociale. Inoltre, i risultati presentati potrebbero avere in futuro delle importanti implicazioni cliniche, ad esempio per disturbi caratterizzati da deficit nelle interazioni sociali (es. disturbi dello spettro autistico).