La deprivazione di sonno rallenta l’attività cerebrale
E’ ben noto che la mancanza di sonno aumenta considerevolmente il rischio di incidenti lavorativi ed automobilistici. Un gruppo di ricercatori provenienti dall’Università di Tel Aviv e dall’Università del Wisconsin ha recentemente dimostrato (in uno studio pubblicato su Nature Medicine) come ciò possa essere almeno in parte dovuto ad una ridotta capacità di comunicazione tra i neuroni indotta dalla deprivazione di sonno, in grado di influenzare negativamente memoria e percezione visiva.
Tramite elettrodi impiantati a livello intracranico a scopo clinico, gli autori hanno avuto la possibilità di studiare l’attività elettrica cerebrale di un gruppo di pazienti epilettici durante un periodo di deprivazione di sonno, nel corso del quale veniva chiesto loro di classificare stimoli visivi il più velocemente possibile.
I risultati mostrano come, durante il periodo di deprivazione di sonno, all’aumento delle difficoltà nel compito di categorizzazione visiva corrispondeva una ridotta risposta neurale ed una rallentata comunicazione tra i neuroni del lobo temporale mediale, area coinvolta nei processi legati a memoria e percezione visiva. Gli autori hanno inoltre osservato, nelle stesse aree cerebrali un incremento locale dell’attività elettroencefalografica (EEG) ad onde lente (una delle caratteristiche tipiche del sonno non-REM) subito prima dei cali di concentrazione osservati durante il compito, correlato con la deteriorata risposta neuronale. Questo dato suggerisce che, in seguito alla deprivazione di sonno, alcune aree specifiche del cervello possono essere fisiologicamente “addormentate” causando un indebolimento della prestazione, mentre il resto del cervello è “sveglio”.